Le tre orecchie alle pagine di Serena Blasi
Di scrivanie, riletture e messaggi al futuro
Holden Caulfield diceva: “Mi fanno impazzire i libri che quando hai finito di leggerli vorresti che l’autore fosse il tuo migliore amico, per telefonargli ogni volta che ti va.”
La citazione da Il giovane Holden è ormai l’apertura fissa delle Orecchie alle pagine: non riesco a non pensare le orecchie e le sottolineature che faccio ai libri come il desiderio che avrei di comunicare con l’autore, di capire da quali esperienze di vita arrivano quelle righe che intercettano in modo così preciso il mio sentire in quel momento, di chiedergli come ha costruito quella frase o abbinato quelle parole che aprono un mondo tutto diverso, o risolvono il mio -di mondo-, che sembrava perso nel caos e invece ora fila dritto.
La curiosità di conoscere le orecchie alle pagine di persone a me vicine, che stimo, a cui voglio bene, o di autori che amo è quella che mi ha portato a pensare a questa piccola rubrica: gli ospiti delle prime due puntate sono stati Davide Longo e Sara Mostaccio: se siete curiosi, le ritrovate qua.
L’ospite di oggi è Serena Blasi.
Serena scrive la newsletter Una figlia per amica e io ho avuto la fortuna di condividere il mio percorso di scrittura con lei grazie al nostro progetto Donne e Patente. Dopo un paio di mesi di scambi folli di mail, messaggi e idee a orari improponibili (quasi sempre per colpa mia!), e nell’attesa di poterci finalmente vedere di persona, non potevo non chiederle le sue orecchie alle pagine.
Serena ha deciso di spiegarle e raccontarle, parlando di scrivanie, di messaggi lanciati nel futuro e di riletture.
Le tre orecchie alle pagine di Serena Blasi
Cara Alessia, è stata una gioia ricevere il tuo invito perché io vivo la vita come fosse una grande caccia al tesoro dove gli indizi sono le frasi sottolineate nei libri. Mentre ti scrivo mi fermo ad osservare la mia scrivania, dovrei fare un po' di ordine, me ne accorgo quando comincio a tenere le braccia strette perché non ho più spazio, ci sono pile di libri: quelli che sto leggendo per svago, quelli che sto studiando, quelli che consulto per la newsletter, quelli per quando voglio sentirmi confortata, quelli per quando voglio progettare. Leggo libri in contemporanea, mi innamoro facilmente di frasi, testi e passaggi che poi risuonano nella mia testa per giorni, a volte anche anni. Dimentico quasi subito le trame dei romanzi, ma ricordo dettagli che poi mi sorprendo a utilizzare in contesti diversi.
Leggere per me è una questione di priorità, non saprei come spiegarlo meglio. C'è una scena di Una mamma per amica che non ho mai dimenticato, posso dirti anche con precisione a quale puntata mi riferisco: la quinta della settima stagione. Rory è a pranzo con Logan (il suo fidanzato del momento) e conosce una sua fascinosa collega che sottilmente tenta di sminuire la sua passione per la lettura dicendole: Quando ero a Oxford non facevo altro che leggere libri, che lusso! Rory le risponde infastidita: È un punto di vista.
Ecco, per me, come per Rory, i libri non sono mai stati solo momenti di rilassante piacere, sono molto di più e sicuramente rappresentano una costante della mia vita, la più resistente.
Non faccio orecchie alle pagine, ma sottolineo e appunto, a volte evidenzio in rosa. Adoro soffermarmi sulle sottolineature delle altre persone (viva i libri usati!). Sottolineare è una pratica religiosa, grazie alla quale lancio messaggi alla me del futuro o a lettrici e lettori sconosciuti. Tornare sulle frasi che ho sottolineato, a distanza di tempo, è un'esperienza interessante; a volte non rimango colpita da quelle parole che mi avevano suscitato riflessioni e la memoria compie uno sforzo di ricostruzione, altre volte, invece, rivivo le emozioni della prima lettura... rileggere è una scoperta sempre nuova.
Tornando alla mia scrivania, ti lascio ai tre passaggi che mi hai richiesto, li ho scelti seguendo le sensazioni del momento (o forse sono loro che hanno scelto me).
La prima citazione viene da La Storia, il capolavoro di Elsa Morante, che ho riletto da poco, alternando la lettura alla visione della miniserie di Francesca Archibugi andata in onda su Rai 1.
Era un mantellaccio di lana rustica marrone scuro, che per Giuseppe era stato di giusta lunghezza, ma per lei era troppo lungo, arrivandole fino sui piedi.
Questo mantello, appartenuto al padre della protagonista Ida Ramundo, tornerà più volte nel racconto. Mi piace quando gli abiti che incontriamo nelle storie si fanno veicolo di simboli, collegamenti e visioni.
La seconda citazione viene dal racconto di Katherine Mansfield In confidenza (1917), scovato all'interno del saggio Nessuna come lei di Sara De Simone, un vero e proprio viaggio che conduce al cuore dell'intensa amicizia tra Virginia Woolf e Katherine Mansfield.
Non sono straordinari, gli uomini? Non crescono mai abbastanza per questo genere di cose? No, mai. Hanno un insaziabile appetito di dare la caccia a qualcosa che nove donne su dieci catturano senza il disturbo di muovere un dito (…) Perché diamine fanno così? Vanità, mia cara, e il piacere maschile di mettersi in mostra (…) Al diavolo! Lasciamoli perdere. Guarda che magnifico pomeriggio stiamo sprecando. Non ti andrebbe di uscire a fare due passi con me?
Ciò che mi ha colpito di più in questo racconto è la semplicità della conclusione, a volte la soluzione alla nostra vita viene da idee immediate come la decisione di andare a passeggiare con un'amica.
Concludo con una poesia di Chandra Livia Candiani, si chiama Mappa per l'ascolto. Leggo spesso poesie al mattino e rigorosamente ad alta voce, colmano il mio desiderio di ritmo e melodia, esaudiscono la necessità di non dover sempre dare un senso a ciò che amiamo.
Per ascoltare bisogna aver fame
e anche sete,
sete che sia tutt'uno col deserto,
fame che è pezzetto di pane in tasca
e briciole per chiamare i voli,
perché è in volo che arriva il senso
e non rifacendo il cammino a ritroso,
visto che il sentiero,
anche quando è il medesimo,
non è mai lo stesso
dell'andata.
Ringrazio Serena per aver condiviso le sue sottolineature con me, è qualcosa che ha a che fare con una certa forma di intimità, ma anche con il comunicare con gli altri attraverso qualcuno che usa le parole in modo magistrale, e non è mai scontato.
Se vi va, raccontatemi nei commenti o nei messaggi com’è la vostra scrivania, quali sono le frasi che avete sottolineato nell’ultimo libro che state leggendo o quelle che vi portate dietro da una vita intera… io vi leggo sempre con grande piacere!
È sempre bellissimo collaborare con te 🩷
Che bellezza ❤️