Agosto è stato mese crudele e meraviglioso. Sono cose che succedono solo in estate: a volte il caldo torrido, come la vita, non ti lascia respirare. Ma c’è sempre un’alba fresca ad aspettarti il giorno dopo, calma e silenziosa, che ti rimette in pace col mondo.
Ho dovuto fare i conti con una serie di imprevisti che non erano in programma, e che non sono ancora sistemati: ma, come ha scritto Ester Viola in una delle sue newsletter agostane, da noi la rivoluzione non si può fare.
Lavori per essere spennato, questa è l’Italia. Fa bene Sinner. Ti vanno di traverso tutte le vongole che devi ancora mangiare.
Poi siccome questo è un paese in ammollo estivo, prevale il blu, si mangia bene, si apre un vino con la frittura di alici, ci passa tutto e ci scordiamo. Un paese che sa come farti sbollire. È per questo che da noi la rivoluzione non si può fare, perché c’è troppa estate, troppi gamberi e calamari, il pomeriggio è troppo azzurro, la felicità pure se non la vuoi ti viene a cercare, ti piglia dal fondo con una canna da pesca.(Ultraviolet, 10 agosto 2024)
L’ultimo tramonto di agosto
E allora andiamo avanti, facciamo tramontare questo agosto con un estratto di un libro che ho amato e che chiude il cerchio dell’esperimento Controcorrente, che mi ha regalato tanti iscritti in più (grazie a tutti voi, spero che vi troviate bene in questo spazio) e una discreta dose di felicità.
Scesero la scaletta del treno dopo che i viaggiatori che li precedevano ebbero finito di calare i loro bagagli. Una volta appoggiati i piedi per terra, si stirarono inarcandosi e sgranchendosi gli arti. La magia del sole s’infrangeva contro il muro sfavillante di luce della stazione. Alle spalle il treno cantò la sua canzone. Poi fece un suono come una teiera in ebollizione e ricominciò a muoversi. Presero una camera in un bel posticino, elegante e discreto. Il sole splendeva e inondava ogni cosa. Si fermarono da un fruttivendolo sul viale. Comprarono delle fragole in un imbuto di carta e se ne andarono verso la spiaggia. Volevano prendere il sole. Lungo il viale, avvinghiate ai lampioni, ai rami degl'alberi, ai cancelli, maree di fiammeggianti rose selvatiche, sgargianti, accese. Erano lì per farsi abbagliare da quella splendida giornata. Voltarono l'angolo dietro a una casa bianca, con le imposte blu. E lo videro. L'enorme animale azzurro. Un'interminabile massa di colore che tolse loro il fiato. Quel giorno, a quell'ora, era pigro e indolente. Pattuglie di uccelli volavano lentamente avanti e indietro. L'acqua azzurro cupo. Quasi cobalto, un mare che non ci stava negli occhi. Sedettero a cavalcioni di un muretto a far ciondolare le gambe facendo lievitare così le ore più calde e pesanti del primo pomeriggio. Verso le tre si alzò il vento. Un vento forte. Caldo e secco. Che odorava di salsedine. Cavalloni gonfi e schiumosi mordevano le rocce. La spuma densa come albume montato a neve si alzava nell'aria per poi ricadere a spruzzi. Le onde si frangevano contro la riva con un ininterrotto tonante brontolio. Lara era in preda a un'acuta eccitazione che non avrebbe saputo spiegare. I piedi che sguazzavano nell'acqua. Le scarpe in mano. Gabbiani si alzavano in volo, di un bianco Poi si sedettero in ozio, affondando nella sabbia bianca e sottile, nell'aria piena di luce. Poco oltre c'era una coppia di donne sulla settantina che sembrava fossero sedute lì fin dalla guerra, senza prestare attenzione a quanto le circondava.
Tommaso guardò la ragazza, la testa all'indietro a far asciugare i capelli corvini, e le sfiorò appena il braccio, costellato da brillanti gocce di acqua salata. Una specie di prova concreta e tangibile che lei c'era per davvero, come pizzicarsi una guancia e scoprire che non stai sognando. Era un luogo bellissimo di antica luce. Strano e speciale. La semplicità di quel blu lo commosse.
Un aereo se ne andava verso est, tra banchi di nuvole e un cielo splendente.
Camminarono con gli occhiali da sole sulla battigia lungomare. In silenzio tenendosi per mano. Verso il sole.
Ogni tanto si fermavano e guardavano lontano per riempirsi gli occhi di vita e libertà. Poi si abbracciavano stretti. Come nelle canzoni melodiche della loro adolescenza.
Avesse potuto, Tommaso, avrebbe imbottigliato quel momento, per poi togliere il tappo e riassaporarlo tutte le volte che voleva. Lara sembrava non averne mai abbastanza di acqua, come se fosse disidratata. Continuamente vi immergeva i piedi, saltava schizzandola addosso a entrambi, correva. L’acqua azzurra, profonda, in moto continuo. Interminato.
All'orizzonte il mare si apriva sotto un sole incendiato al tramonto.
Il riverbero tremava sull'ormai calmo brulichio della distesa azzurra.
(Mirko Valente, Non mi abbandonare mai, Besa editrice, 2009)
Le altre puntate di questo esperimento agostano, dove abbiamo parlato di racconti belli, amore, film p*orno e pure di patente le trovate tutte qui:
L’alba nuova di settembre
Il primo fine settimana di settembre inizia bello carico con il Festival Letteratura di Mantova: cari lettori e scrittori di newsletter, se siete in zona battete un colpo! (sarebbe bellissimo incontrarci per un caffè, un aperitivo o quello che preferite)
Lunedì 9 settembre alle ore 21:00 ci incontreremo su Google Meet per inaugurare il progetto PatenteLab, un laboratorio aperto a tutte le persone che hanno avuto (o hanno ancora) qualche difficoltà con la patente e la guida, per chi si è perso durante il percorso di conseguimento, per chi lo sta affrontando e non capisce a che punto si trova, per chi non guida e vorrebbe ricominciare.
Non saranno lezioni di teoria: sviscereremo la patente nei suoi aspetti economici, nei suoi significati più profondi, e vi offrirò il punto di vista di chi sta dall’altra parte, quello dell’istruttrice (che sarei io), perché la base dell’apprendimento è un buon rapporto con l’insegnamento e l’insegnante stesso.
Vi lascio uno spunto di riflessione: un reel pubblicato da @pecuniami nel mese di agosto, che ha infervorato gli animi dell’Instagram. Con Ami, che si è mostrata felice di collaborare a questo progetto, abbiamo in programma qualche bel contenuto per voi che arriverà verso fine mese… come si dice? Ah sì, stay tuned!
Per qualsiasi altra informazione o per ottenere il link per partecipare potete scrivermi un messaggio privato oppure una mail: munari.alessia@gmail.com
Non dimentico, nel frattempo, di curare una delle mie più grandi passioni, la letteratura: sto preparando la prossima uscita della rubrica Orecchie alle pagine, che ospiterà uno scrittore che seguo da tanto tempo e che amo da impazzire: Nicola Lagioia.
L’alba di settembre è oggi.