Controcorrente| Strappi: olimpiadi, libri e film p*rno.
Più un'isola e una bonus track
Questa newsletter continua a nuotare controcorrente: lo farà per tutto il mese di agosto, e sia augura che tu abbia tempo di perderti qualche minuto in più rispetto a quello che puoi dedicarle durante il resto dell’anno, magari sotto l’ombrellone tra una fetta di anguria e l’altra, o nel silenzio estivo delle città. Se vuoi sapere cos’è questo esperimento (e se vuoi leggere un racconto stupendo), trovi tutto qui.
Ci sono stati alcuni momenti, nella storia dell’umanità, nei quali il nostro gusto in fatto di bellezza, moda, musica, pittura, libri, sport o qualsiasi altro ambito è cambiato in modo velocissimo: uno strappo, che ha fatto diventare improvvisamente preistorico tutto quello che c’era prima.
Strappo\1: le Olimpiadi del 1968 e il salto in alto
Le Olimpiadi del 1968 a Città del Messico sono state uno di quei momenti: cosa è successo in quei giorni d’avanguardia (che sembrano, chissà per quale forma di elaborazione del passato, così geniali rispetto a quello che vediamo a Parigi in queste settimane) lo ha raccontato bene Alessandro Baricco in una lezione di qualche anno fa.
Poco più di tre minuti di pura bellezza.
Dick Fosbury ha fatto diventare dinosauri tutti quelli che saltavano in ventrale, da un giorno all’altro: cosa c’entrino con questi strappi anche Claudia Schiffer e Kate Moss, Maria Callas, le stampe giapponesi e gli impressionisti vi consiglio di ascoltarlo nella meravigliosa lezione da cui è tratto il video (Sul gusto: Kate Moss), parte del ciclo Palladium Lectures tenutosi a Roma qualche anno fa (sbirciate su YouTube e troverete tutto).
Benedetta Pilato, forse, è stata lo strappo delle Olimpiadi 2024: speriamo che la sua felicità e le sue lacrime per il quarto posto siano l’inizio della fine della noiosissima mentalità della performance e del risultato a tutti i costi. Perché proprio non se ne può più.
Strappo\2: quando la figlia di un attore e regista porno scrive un libro sull’amore
Era il 2017: avevo prenotato una vacanza a Formentera con largo anticipo, con il sogno di portare mia sorella in uno dei miei posti del cuore. Avevo versato una caparra piuttosto sostanziosa parecchi mesi prima, prenotato gli aerei e i traghetti. Poi è successo che il nonno ha iniziato a stare male, una condizione che da subito è apparsa ai medici molto grave. Appena ho informato il gestore del bed and breakfast che non saremmo potute partire per questa ragione, ho trovato un’umanità che non mi aspettavo.
Abbiamo provato a trovare una soluzione che andasse bene a entrambi, per far sì che noi non perdessimo completamente la caparra versata a marzo e che riuscissimo a spostare uno dei due voli senza costi aggiuntivi: con qualche euro in più abbiamo riprogrammato il viaggio a fine settembre, il primo periodo in cui c’era un alloggio libero.
Sono rimasta così colpita dalla gentilezza e dall’empatia di questa persona, che si è dimostrata da subito disponibile ad aiutarci e ha capito la situazione, che sono andata a cercarla su facebook: volevo darle un volto, e ci sono riuscita… eccome se ci sono riuscita! Il gestore del bed and breakfast era un famoso attore e regista di film hard core, vedi voce Silvio Bandinelli. La sua storia è molto interessante, come anche la sua produzione: politicamente schierato a sinistra, Silvio ha sempre mescolato la produzione pornografica con temi di attualità politica (un film sul caso Previti, uno sul bunga bunga di Berlusconi, e molti altri ancora).
Io non ho mai visto uno dei suoi film (negli anni novanta ero ancora troppo piccola, o troppo ingenua), ma ho avuto la fortuna di conoscerlo e, l’anno seguente, di andare a cena con lui e la sua compagna: un uomo di grande cultura e altrettanta simpatia, una delle cene più belle che abbia mai fatto.
Dal suo profilo social ho scoperto che sua figlia, Carolina Bandinelli, aveva appena pubblicato un libro sui nuovi modi di amare, come recita il titolo: incuriosita da quale potesse essere la formazione sessuale della figlia di un regista porno, sono andata a comprarlo immediatamente.
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Carolina Bandinelli, Associate Professor of Media and Creative Industries all'Università di Warwick, laureata in filosofia all'università di Siena, si interessa e fa ricerca sulla cultura digitale e il desiderio, e ha da poco pubblicato un libro dal titolo Le Postromantiche.
Questo libro ha dato voce a qualche pensiero che con grande fatica sono riuscita a elaborare a più di quarant’anni, dopo aver attraversato relazioni difficili -a tratti quasi incredibili- , essermi fatta domande a cui spesso non ho trovato risposte, aver pianto, essermi arrabbiata ma anche dopo essere stata felice da fare schifo.
Forse stavolta qualche risposta ce l’ho, e finalmente vedo lo strappo: una nuova rivoluzione sessuale.
Stiamo assistendo a un cambiamento paradigmatico nella politica delle relazioni, una seconda rivoluzione sessuale, che prende le mosse dalla consapevolezza stanca e amareggiata dell'artificio su cui poggia la coreografia del sesso e dell'amore. Perché sottostare alla messinscena del primo appuntamento, l'ansia di capire se ci sarà un bacio o meno, se gli piacciamo o meno, se sia il caso di dargliela oppure meglio tirarsela, e poi spogliarsi e farsi vedere nudi, con le tette troppo grandi, il pene troppo piccolo, le gambe storte, le ginocchia sproporzionate, troppi peli, troppi pochi peli, e i fluidi imbarazzanti, le ascelle, l'eiaculazione precoce e il taxi di notte che costa troppo, per poi ritrovarsi il giorno dopo in camera ad aspettare un messaggio? Cosa c'è di più ingenuo e demodé che farsi abbindolare dalla tempesta endorfinica dell'innamoramento, che tanto si sa che ha i giorni contati (massimo tre anni, secondo la ricerca scientifica), e poi alzi la mano chi non ha i genitori separati, chi non ha tradito, chi non ha lasciato?
Carolina Bandinelli, Le Postromantiche, ed. Laterza 2024
Può sembrare pessimismo, a prima vista. In realtà non lo è: Carolina cerca solo di spiegare che esiste un modo di amare, o di fare sesso, sano, gentile, educato. Ma non ce lo hai mai spiegato nessuno, presi come eravamo (e forse come ancora siamo) a cercare quel fuoco, quello struggimento, a volte anche quel dolore che l’amore sembra causare inevitabilmente a tutti, nessuno escluso. Oppure occupati a imparare il maggior numero di trucchi per far impazzire il nostro partner tra le lenzuola (non vi ricorda vagamente i titoli delle riviste che leggevamo da adolescenti?), perché dalla qualità di quei momenti dipende la nostra futura vita amorosa.
È come se sesso e amore fossero in un rapporto inversamente proporzionale ma allo stesso tempo l'uno fosse necessario per poter accedere all'altro: per innamorarsi si deve scopare, tanto e bene, perché tramite gli incontri occasionali si allena la capacità di scelta e si guadagna capitale sessuale, e se va tutto bene a un certo punto saremo amate. Questo il copione che per anni ho seguito senza sapere di seguirlo. Volevo essere una 'donna emancipata' , ma in realtà non facevo che confondere la validazione degli uomini con l'amore, credendo che se fossi stata 'brava abbastanza', se fossi stata 'la più brava', allora mi avrebbero amata.
Carolina Bandinelli, Le Postromantiche, ed. Laterza 2024
E invece:
Del resto questo è un tempo in cui non vogliamo rivoluzioni, ci servono piuttosto terapie, e non vogliamo sovvertire o rompere, ma appianare, riparare e risolvere. Cerchiamo un amore finalmente equilibrato, senza drammi, un amore sano. Proprio così: un amore sano. In cui anche il sesso si fa con calma e per favore, con educazione e rispetto, non 'ti sbatto al muro', non 'vorrei possederti sulla poltrona di casa mia con il rewind', ma neanche 'sesso droga e rock 'n' roll', perché la droga fa male, più dell'alcol, della carne e delle farine bianche messe insieme.
Carolina è una di noi: nonostante un padre che ha sempre avuto a che fare col sesso, un sesso esibito e senza pudori, ha dovuto attraversare le nostre stesse difficoltà, le nostre stesse avventure, i nostri stessi patimenti: a settembre sarà a Mantova al Festival Letteratura, con un nuovo libro in uscita (è già possibile il pre-order), e io non vedo l’ora di essere là ad ascoltarla.
Bonus Track
Qualche giorno fa ho partecipato a un workshop organizzato da Cristiano Carriero, autore - tra le altre cose - della newsletter L’ho fatto a posta, che mi piace da impazzire. Il titolo del workshop era Vedere una storia. Canzoni per la scrittura, un lavoro sulla musica e tutto quello che ci trasmette quando scriviamo (il workshop tornerà, tenetevi aggiornati seguendo Cristiano).
Io di solito scrivo in silenzio: mi piaceva l’idea di provare a scrivere con la musica, e soprattutto farlo guidata da una persona competente in comunicazione e storytelling. Durante la serata abbiamo ascoltato diversi brani, uno dei quali mi ha fatta innamorare: non sono riuscita a scrivere neanche una parola mentre lo ascoltavo, neanche una virgola. Sono rimasta con la penna a mezz’aria, l’espressione incredula di chi ha appena sentito parole perfette.
Ve la lascio, perché chi ama scrivere ama le parole, e chi ama le parole non può non amare questo brano.
Grazie a tutti i nuovi iscritti che sono arrivati nelle ultime settimane, e grazie anche a chi c’era già e rimane, legge, commenta e lascia tanti cuori… scrivere una newsletter non è una passeggiata, ma questo affetto ripaga tutti gli sforzi.
Se vuoi, puoi offrirmi un caffè per sostenere questo progetto, che durante l’estate lavorerà sodo per arrivare a settembre con qualche novità, oppure iscriverti e farmi felice!
ma mi sa che ci vediamo a mantov allora!!
Bersani uno di quelli bravi, sì
e vuole bene a un grande poeta, Raffaello Baldini
e quando leggi cose belle,
se non sei sciocco impari
e Bersani ne ha scritte diverse, di cose belle
(e gli si perdona che in questa almeno un verso in ogni strofa è metricamente fuori posto
ma ok
ci sono rockstar più o meno attempate che ne combinano di tutti i colori...)