Il viaggio continua. Io e Serena siamo ancora bambine, lo sguardo rivolto verso i nostri genitori, sono gli anni Ottanta. Siamo a bordo di una Panda bianca, l’auto della mamma di Serena: la Panda è stata una seconda rivoluzione italiana nel campo delle autovetture. Passata alla storia perché solida, affidabile, praticamente indistruttibile, adatta alla città ma anche al fuoristrada, a uomini e donne. Sì, avete letto bene: a uomini e donne. Perché per anni abbiamo parlato (o forse ne parliamo ancora?) di auto giuste per l’una o l’altra categoria. Quando pensiamo all’uomo, immaginiamo un veicolo potente, performante, imponente: un’estensione del ruolo dell’uomo (o meglio, del maschio alfa) nella società. Le auto più adatte alle donne sembrano invece essere tutte di piccole dimensioni, adatte per brevi tragitti, con motori poco potenti. La Panda è stata il giusto compromesso: ha messo insieme tutte queste caratteristiche, è diventata un’auto per tutti.
Che bello questo viaggio in macchina a bordo di due prospettive. Il racconto di Serena mi ha ricordato i viaggi in macchina con il mio papà: finestrini abbassati, Pino Daniele, il mare all’orizzonte. I ricordi più belli che custodisco di lui 💫
Quei lunghissimi viaggi in macchina dell'infanzia ❤️ che fossero lunghi davvero o corti per arrivare dalla nonna, a me sembravano infiniti e volevo che continuassero per sempre, restare in quella dimensione del viaggio perenne, senza destinazione che la interrompesse.
Quando d'estate si partiva in auto mamma e papà si davano il cambio alla guida e papà diceva sempre che mamma guidava meglio di lui. Lui meccanico e per un po' anche pilota di formula 3 non l'hai mai sminuita alla guida e oggi mi sembra importante
Allora, non so bene da dove iniziare perchè questa puntata mi ha aperto mille cassetti della memoria. Parto dalla Panda (in questo caso blu) è stata la prima macchina di mia zia Paola: io e mia sorella siamo state scarrozzate ovunque a suon di disco music. Sento ancora la voce di Corona. Quella macchina per me, ora che ci ripenso, voleva dire libertà e indipendenza, era così che vedevo mia zia grazie a quella macchina.
Poi, mia madre ha sempre avuto la patente ma lo abbiamo scoperto verso i 10/12 anni. Non l’avevamo mai vista guidare. Ha riniziato per poter raggiungere un nuovo posto di lavoro. Poi ha fatto un incidente e non ha mai più ripreso. É sempre stata orgogliosa di avere la patente. E chiudo con il fatto che se so molte cose di musica è grazie ai viaggi in macchina con mio padre. Grazie ragazze!
Che bello questo viaggio in macchina a bordo di due prospettive. Il racconto di Serena mi ha ricordato i viaggi in macchina con il mio papà: finestrini abbassati, Pino Daniele, il mare all’orizzonte. I ricordi più belli che custodisco di lui 💫
Quei lunghissimi viaggi in macchina dell'infanzia ❤️ che fossero lunghi davvero o corti per arrivare dalla nonna, a me sembravano infiniti e volevo che continuassero per sempre, restare in quella dimensione del viaggio perenne, senza destinazione che la interrompesse.
Quando d'estate si partiva in auto mamma e papà si davano il cambio alla guida e papà diceva sempre che mamma guidava meglio di lui. Lui meccanico e per un po' anche pilota di formula 3 non l'hai mai sminuita alla guida e oggi mi sembra importante
Allora, non so bene da dove iniziare perchè questa puntata mi ha aperto mille cassetti della memoria. Parto dalla Panda (in questo caso blu) è stata la prima macchina di mia zia Paola: io e mia sorella siamo state scarrozzate ovunque a suon di disco music. Sento ancora la voce di Corona. Quella macchina per me, ora che ci ripenso, voleva dire libertà e indipendenza, era così che vedevo mia zia grazie a quella macchina.
Poi, mia madre ha sempre avuto la patente ma lo abbiamo scoperto verso i 10/12 anni. Non l’avevamo mai vista guidare. Ha riniziato per poter raggiungere un nuovo posto di lavoro. Poi ha fatto un incidente e non ha mai più ripreso. É sempre stata orgogliosa di avere la patente. E chiudo con il fatto che se so molte cose di musica è grazie ai viaggi in macchina con mio padre. Grazie ragazze!