Holden Caulfield diceva: “Mi fanno impazzire i libri che quando hai finito di leggerli vorresti che l’autore fosse il tuo migliore amico, per telefonargli ogni volta che ti va.”
L’ho fatto di nuovo: ho sostituito la telefonata di Holden Caulfield, quella che vorrei fare ogni volta che finisco un libro di uno dei miei autori preferiti, con una mail: e uno dei miei autori preferiti ha risposto.
Ho conosciuto Nicola Lagioia prima come divulgatore, poi come scrittore: ho guardato un numero imprecisato di masterclass e interviste in Internet, quelli che ho potuto dal vivo, l’ultimo dei quali a Piacenza lo scorso luglio. La lezione era sulla parola, su come possa essere usata per inseguire cose infinitamente grandi, sulla letteratura come meta evolutiva dell’uomo, sulla scrittura e l’intimità che nasce tra il lettore e le pagine di un libro, tra il lettore e lo scrittore.
E mi è sembrato il momento giusto per chiedergli le sue tre orecchie alle pagine.
Ho iniziato a scrivere questa puntata a settembre, dopo l’uscita del libro di Paola Caridi, e l’avevo quasi conclusa quando ho deciso di tornare a teatro (dopo un numero imprecisato di anni, che non lascerò passare mai più): ho assistito ad Abel Concerto, il reading dell’ultimo libro di Alessandro Baricco, accompagnato da tre musicisti sul palco (Cesare Picco, Roberto Tarasco, Nicola Tescari) che hanno creato una colonna sonora ad hoc per quattro diverse parti del romanzo (c’è ancora qualche data in programma in giro per l’Italia, è uno spettacolo che vi consiglio dal profondo del cuore; qualche lacrimuccia è scesa). Certo, niente di nuovo: i reading musicali non sono poi tutta questa grande novità, ma mi è rimasta la voglia di fare la stessa operazione con le orecchie alle pagine di Nicola.
Ho associato ad ogni pagina (o forse, ad ogni libro che nel frattempo ho letto) un brano della mia lunga playlist di vita. Ogni brano, secondo la mia percezione, suona esattamente come quelle parole, quel libro: quasi sicuramente il suono che quelle parole hanno nella mia testa non sarà uguale al vostro. Se vi va, scrivetemi verso quali melodie vi portano i frammenti scelti da Nicola.
Andiamo!
Le tre orecchie alle pagine di Nicola Lagioia
Gli estratti che Nicola mi ha mandato appartengono a tre libri molto diversi tra loro per epoca e scrittura, ma hanno qualche tratto in comune. C’è stata, però, una cosa che mi ha davvero stupita: le tre pagine in questione mi hanno riportata, ancora, a un tema che mi porto dentro da tanti anni - anche se da un’angolazione diversa - e che era già spuntato nella puntata di Orecchie alle Pagine con ospite Sara Mostaccio (se siete curiosi di recuperarla, eccola qua).
Le radici: la nostra provenienza, la nostra appartenenza a un luogo, a una lingua, a un popolo, il nostro sentimento di non appartenenza a nessun luogo, la famiglia. E poi la natura e le piante, che già la facevano da padrone nelle pagine di Sara. E Roma: una città così bella ma anche così controversa, che per me è stata motore di un grande cambiamento, una visione dal futuro. A Roma ho capito che una vita diversa era possibile.
La prima delle tre orecchie arriva da L’orologio di Carlo Levi (Einaudi editore)
Un bambino che guarda un dipinto sul soffitto della camera da letto dei genitori, disteso nel lettone. Il tempo è un tema ricorrente nei libri di Carlo Levi: nelle mie ricerche estive ho scoperto che ha scritto anche un libro sulla Sardegna (Tutto il miele è finito), mia terra del cuore e forse anche terra senza tempo per antonomasia. "Qui nell'isola dei sardi, ogni andare è un ritornare" dice Levi, la natura e lo spirito dell’isola danno la chiara percezione del moto della storia, seppur in mezzo ai cambiamenti.
Andare, tornare, avere una terra in cui rifugiarsi; adulti che ricordano sentimenti potenti dell’infanzia, bambini che immaginano il futuro.
Daughter, Youth
Chasing visions of our futures
One day we'll reveal the truth
That one will die before he gets there.
And if you're still bleeding, you're the lucky ones.
'Cause most of our feelings, they are dead and they are gone.
We're setting fire to our insides for fun.
Collecting pictures from the flood that wrecked our home
La seconda delle orecchie alle pagine è tratta dal romanzo La casa del mago di Emanuele Trevi (Ponte alle Grazie, 2023)
Il libro, ritratto del padre di Emanuele Trevi (celebre psicanalista junghiano e guaritore di anime), è il viaggio di un figlio alla ricerca di se stesso, a partire dall’appartamento -e studio- del padre. Un appartamento che diventa un luogo dove lasciar accadere le cose, tutte quelle che possono succedere. Forse un appartamento del genere può esistere solo a Roma, una città che lascia liberi di essere qualsiasi cosa, ma che allo stesso tempo - come una madre - tiene legati i suoi abitanti col suo cielo alto (il cielo più alto che io abbia mai visto) e i suoi alberi che sembra vogliano arrivare a toccarlo.
Il brano che ho scelto per questa pagina è lento, delicato come le parole di Emanuele Trevi che ricompongono un pezzo dopo l’altro la figura del padre; è ipnotico, non ti lascia andare, è la città di Roma.
Angel, Massive Attack
L’ultimo frammento è tratto dal libro di Paola Caridi, Il gelso di Gerusalemme (Feltrinelli, 2024)
Gli alberi sono testimoni della storia dell’umanità, hanno una loro intelligenza, una loro memoria, potrebbero raccontarci tante cose sulla nostra storia, se solo sapessimo ascoltarli: ma abbiamo deciso di metterli da parte, di relegarli ad esseri inanimati. Nella pagina di Paola Caridi ritroviamo ancora Roma, ancora i ricordi dell’infanzia, ancora piante che raccontano i sentimenti di noi umani, che accompagnano la nostra storia, e la storia del mondo, anche se spesso non ce ne rendiamo conto. C’è un cambio di prospettiva: guardare il mondo da un altro punto di vista, non più quello antropocentrico: facciamoci raccontare da fuori, da chi sta a guardarci da secoli in silenzio, ma pur sempre vivendo insieme a noi.
Eccolo qua, il cambio di prospettiva: Placebo e Pixies, Where is my mind?
Le tre orecchie alle pagine di Nicola Lagioia sono state un viaggio in universi che non conoscevo, un viaggio bellissimo che mi ha tenuto compagnia durante l’estate: approfittate di questi suggerimenti di lettura involontari… non ve ne pentirete!
Leggendo non cerchiamo idee nuove, ma pensieri già da noi pensati, che acquistano sulla pagina un suggello di conferma.
Ci colpiscono degli altri le parole che risuonano in una zona già nostra - che già viviamo - e facendola vibrare ci permettono di cogliere nuovi spunti dentro di noi.
CESARE PAVESE
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Che bello! non sapevo del libro di Levi sulla Sardegna, devo cercarlo. Che bei suggerimenti, da parte di Lagioia, li terrò a mente per il futuro prossimo. E anche la tua musica, che non conoscevo ❤
Ma che bellezza! Invidio tanto la capacità di Lagioia (che ho conosciuto a Bari, allo Storytelling festival) di trovare delle pagine dell’anima tra tutto quello che ha letto. Ma anche la tua di associare a queste dei brani. Entrambi vi connettete molto alle cose di cui fate esperienza ed è una cosa bellissima.