Siamo storie che camminano, ripeto sempre. Se la storia che ci hanno raccontato non ci sta bene, prendiamo carta e penna e scriviamone una migliore. (P. Borzacchiello, Forse sei già felice e non lo sai)
Nell’ultima uscita di Donne e Patente avevo anticipato un racconto di un viaggio in vespa, di una donna che ammiro tanto e che mi fa ridere un sacco, di donne in motocicletta. Io e questa persona viviamo a poco meno di un’ora di distanza e abbiamo deciso di incontrarci dal vivo invece che fare tutto tramite mail o telefono: forse saremo troppo old school, ma l’idea di un caffè o un aperitivo insieme mi piace tantissimo e non ne voglio sapere nulla di comunicare on line. Non siamo ancora riuscite a incastrare i nostri impegni, ma sono sicura che l’attesa valga la pena, per riuscire a raccontarvi esperienze che possano contagiare tante altre donne (e non solo).
Contagio. Nella Linguetta #137 di Andrea M. Alesci questa parola ha subito attirato la mia attenzione: Andrea ha parlato di contagio in relazione alle storie e ai libri (citando Simonetta Bitasi: ho avuto la fortuna di partecipare a un incontro con lei in una biblioteca vicino casa, e devo dire che sì, di contagio Simonetta se ne intende davvero tanto - a fine incontro avremmo fatto a botte per accaparrarci i libri di cui aveva parlato!). Andrea ha scritto:
Serve ricordare quello che, in uno dei corsi che ho seguito su lettura e dintorni, la bravissima Simonetta Bitasi ha detto:
I lettori nascono dai lettori.
Cioè, chi legge può solo cercare di trasmettere la propria passione, e praticare quello che la lingua ci insegna: il contagio.
Ho pensato che il contagio, forse, è l’unica cosa che un istruttore o una istruttrice possono davvero mettere in campo per trasmettere la voglia di guidare, che leggere le parole giuste può cambiare una storia iniziata male: non so se la mia fiducia quasi illimitata nelle parole riuscirà nell’impresa, spero solo che questo piccolo viaggio nelle storie ordinarie di donne alla guida vi strappi un sorriso, e poi magari vi faccia venire voglia di accendere il motore e iniziare a scrivere la vostra nuova storia.
Una multa, un piccolo incidente e un viaggio nei Balcani
Oggi tocca a un racconto che mi ha fatta ridere e anche un po’ sognare, quello di Agnese Baini: Agnese scrive Matilda, una newsletter che parla di libri, di serie tv, di canzoni e che è anche un podcast: il racconto che mi ha mandato mi è piaciuto perché è uno spaccato delle gioie, ma anche dei dolori, che gli automobilisti si ritrovano a dover affrontare ogni giorno. E mi ha fatto sognare perché racconta di luoghi che non ho mai visto, che sono nella mia lista dei desideri già da un po’, dove non vedo l’ora di arrivare.
Ho preso la patente nel 2012, con la solita calma che mi contraddistingue. Anche io avevo un motorino, un bellissimo booster color argento, e ho pensato che fino alla fine della maturità di non aver voglia di aggiungere altro da studiare. Dal 2012 allo scorso dicembre, quindi in 11 anni e qualche mese di patente, non ho mai preso una multa o fatto un incidente. Ma proprio niente, tanto che me ne sono sempre vantata. Il 12 dicembre piovigginava e me lo ricordo bene perché, arrivata alla macchina alle 8 del mattino per andare poi a lavoro, mi trovo un fogliettino verde tutto imbevuto sul cruscotto. Lo riconosco a distanza e mi dico: non è possibile. La macchina non era in un posto normalmente in divieto, ma la domenica mattina precedente degli accertatori della polizia locale di Trieste hanno deciso di misurare la distanza tra la mia macchina (e altre) da un incrocio. Insomma, ho avuto la mia prima multa. Ne ho parlato a chiunque quel giorno? Ovviamente. E tutti mi hanno detto che non poteva andare peggio quella giornata? Ovviamente pure questo. E che dire, tornando a casa, ho fatto anche il mio primo tamponamento.
A me fa ridere ora, la macchina e io abbiamo attraversato l'Europa e i Balcani, regioni d'Italia e strade dissestate. E poi, in un giorno di pioggia....
Angolo del ripasso: L'art. 158, c. 1 – 5, lettera f del Codice della strada vieta la fermata e la sosta dei veicoli nei centri abitati, sulla corrispondenza delle aree di intersezione e in prossimità delle stesse a meno di 5 mt. dal prolungamento del bordo più vicino della carreggiata trasversale. Fine angolo del ripasso.
A questo punto però non ho resistito e ho chiesto ad Agnese di raccontarmi qualcosa in più sui suoi viaggi, ed ecco qua:
Siamo state a Međugorje, tappa obbligatoria nella strada verso Mostar: speravo che la macchina fosse stata benedetta! Anche perché ci siamo perse e non riuscivamo più a uscire da quel posto. Abbiamo anche visitato tutto, ma proprio tutto, il Montenegro: paesini sperduti tra le montagne, città un tempo capitali e campeggi lungo la costa. Per qualche settimana la macchina ha tenuto dentro due persone, una tenda, quintali di vestiti, un kayak (mai usato), un ombrellone e diversi oggetti fondamentali per la permanenza al mare. Ha anche preso un battello per attraversare le Bocche di Cattaro (che spettacolo che sono). Ci sono state anche urla da parte mia su stradine ripide e non asfaltate :D La Slovenia l'abbiamo girata ormai tutta, ma pure della Croazia ci manca poco. In particolare, alla mia macchina (e un po' anche a me) piace proprio l'Istria con queste stradine strette in mezzo ai boschi e piatti al tartufo che ci aspettano!
A me è venuta proprio tanta voglia di riempire l’auto con tutto quello che si può e partire… e a voi?
Raccontatemi le vostre storie, i vostri viaggi, i vostri inciampi, le vostre multe: ognuno di noi ha parole che possono essere importanti per altri. Contagiamoci a vicenda!
È proprio vero che la passione è sempre una questione di contagio! 🩷
Che bello il racconto di Agnese e il tuo nuovo angoletto del ripasso (utilissimo).
Ho sempre sognato di viaggiare in auto per i Balcani e non ho mai trovato il coraggio. Li ho sempre esplorati con i mezzi pubblici che mi fanno incontrare le persone del posto ma comportano parecchi disagi.